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giovedì 25 maggio 2017

MODIFICA AL REGOLAMENTO COMUNALE: NESSUNA CONCESSIONE DI SPAZI PUBBLICI A FASCISTI E A CHI DISCRIMINA

Il consiglio comunale di Cavarzere ha deliberato ieri una modifica all'articolo 7 del regolamento dell'ente, volta a vietare la concessione di spazi pubblici a organizzazione e associazioni che si richiamino all'ideologia e ai rituali fascisti, alla discriminazione razziale, religiosa, sessuale, per ragioni di lingua, di opinioni politiche o per condizioni personali o sociali. Il provvedimento, emanato su iniziativa del gruppo di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista (i tre consiglieri bersaniani), raccoglie l'input dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e ha trovato il consenso del sindaco e dei gruppi consiliari di maggioranza, PD e Sinistra Italiana. D'ora in poi le domande per l'occupazione degli spazi pubblici dovranno contenere una dichiarazione specifica di rispetto per la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana -che vieta la riorganizzazione del partito fascista- e varie leggi tra cui la “Mancino” del 1993. «È quanto mai opportuna questa integrazione al nostro regolamento comunale -ha detto la capogruppo di MDP, Elisa Fabian- perché a distanza di 72 anni dalla Liberazione dal nazifascismo assistiamo al preoccupante diffondersi di movimenti neofascisti, xenofobi e razzisti. Il rifiuto dello straniero, la chiusura delle frontiere mentali prima ancora che geografiche sono il segno di questi gravissimi fenomeni, alimentati in ciò anche dalle risposte populiste che la crisi economica e la situazione di difficoltà generale ha generato. Ora ci sono quelli che possiamo definire i fascisti “del terzo millennio”, che lo sono anche se camuffati da associazioni culturali e sociali, il fascismo è quello che sotto il profilo dell’autoritarismo e del populismo razzista si profila in mille forme. Abbiamo troppo da perdere per tacere, per far finta che sia tutto di poco conto, per restare indifferenti? La storia ci insegna che di fatto l'ascesa nazifascista ha potuto contare proprio sulla zona grigia dell'agnosticismo apolitico, sull'indifferenza, sulla depersonalizzazione, che esattamente oggi stanno vivendo un periodo d'oro. Anche se la chiamano antipolitica significa indifferenza (ma noi sappiamo bene quanto siamo differenti). Noi nel nostro piccolo sosteniamo senza esitazione, senza mezzi termini, con ferma decisione i princìpi costituzionali, ancora non perfettamente compiuti: la strada dei diritti di "terza generazione" è ancora lunga, ma noi piccolo comune veneto ci vantiamo di essere all'avanguardia di una politica progressista e non indifferente, basti pensare all'istituzione dei registri del fine vita, a quello delle unioni civili prima che ci fosse la legge». Così tutta la maggioranza ha fatto propria la proposta di delibera firmata anche da Andrea Orlandin e Francesco Viola, mentre nella minoranza si sono registrati un astenuto e due voti contrari. La risoluzione cavarzerana ha incontrato, in una nota per la stampa, anche il plauso dell'ANPI regionale.

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