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domenica 29 aprile 2018

LA NIPOTE DEL PILOTA INGLESE JOHN HENRY COATES STAMANE A CAVARZERE

Commozione stamane al cimitero di Cavarzere per la cerimonia in onore di John Henry Coates, il pilota della RAF britannica abbattuto nel cielo dalla contraerea tedesca il 7 marzo 1945 e restituito nei mesi scorsi dal terreno di Boscochiaro, dentro l'aereo che pilotava. Dallo Yorkshire è scesa Mandy Myhill, nipote dell'ufficiale, che ha ricevuto l'omaggio del sindaco Tommasi e della città, ringraziando i volontari di Romagna Air Finders che hanno organizzato il recupero. Nell'occasione, la Myhill ha visitato anche la mostra dei reperti a palazzo Danielato.

venerdì 27 aprile 2018

DOMENICA A CAVARZERE LA NIPOTE DEL PILOTA INGLESE RECUPERATO COL SUO AEREO A BOSCOCHIARO DOPO 70 ANNI

Parlare di miracolo può sembrare eccessivo, ma il recupero dello Spitfire inglese nelle campagne di Boscochiaro il 14 ottobre scorso ha dell’eccezionale. Ancora più sorprendente è stato il restauro degli indumenti del pilota John Henry Coates e delle numerose parti del velivolo militare, esposti fino al 6 maggio a Palazzo Danielato. Il delicato intervento è stato interamente realizzato dai volontari della Raf (Romagna Air Finders): «La mostra vuole restituire un’identità e un volto a questo giovane pilota inglese, scomparso il 5 marzo 1945», spiega Alessandro Voltolina della Raf, curatore della mostra insieme alla storica locale Aurora Mattiazzi.
La storia di John Henry Coates sembrava condannata all’oblio, sotterrata sotto alcuni metri di fango e terra per più di 70 anni: grazie alle testimonianze degli abitanti del luogo e ai volontari della Raf, l’aereo militare ha rivisto la luce e con esso anche il suo pilota. Sono così riemersi tra gli altri il motore, la bussola, alcuni razzi di segnalazione, il comando elettrico per il cannone e alcune parti dell’alettone. Sono stati ritrovati anche gli effetti personali del sergente inglese, una scarpa, un calzino, la gavetta e parti della divisa. Poche cose dal grande valore simbolico: grazie a quegli oggetti, il visitatore non può non coinvolgersi in questa piccola tragica storia che rappresenta un tassello della grande storia. La mostra è arricchita anche da numerosi documenti d’epoca, testimonianze inedite dei tremendi anni della guerra.
John Henry Coates era figlio di Eliza e John Coates, aveva cinque fratelli ed era nato nello Yorkshire. Quando ha perso la vita aveva appena 24 anni. Il sergente faceva parte del 111° Squadron Raf: il 5 marzo 1945, il 111° Sqn Raf aveva ricevuto l’ordine di attaccare le chiatte di rifornimento dei tedeschi sul Gorzone. Le imbarcazioni non furono danneggiate, a differenza di numerosi edifici di Boscochiaro, crollati con lo scoppio delle bombe. Trovandosi a bassa quota, lo Spitfire inglese è stato colpito dalla contraerea nemica e abbattuto. Per il sergente Coates non c’è stato nemmeno il tempo di lanciarsi, precipitato con il suo aereo, ha perso la vita nel violentissimo impatto con il suolo. Per commemorare il sergente Coates, domenica 29 aprile sarà a Cavarzere per la prima volta Mandy Myhill, nipote del militare inglese.

giovedì 26 aprile 2018

LA TOMBA DI BEPPINO DI RORAI SISTEMATA DAI VOLONTARI VOLTAN E ZANAGA

La tomba di Beppino Di Rorai, pluridecorato ufficiale dell'esercito durante la Prima Guerra Mondiale, è stata accuratamente pulita dalle muffe e dalle usure del tempo, su mandato dell'assessorato alla Pubblica Istruzione. A compiere l'opera sono stati i fratelli Luigi e Pietro Voltan e Turiddo Zanaga, figli rispettivamente di Ferruccio Voltan e Tommaso Zanaga, caduti nella battaglia di El-Alamein (Seconda Guerra Mondiale) che riposano assieme nel sacrario egiziano. I tre volontari, che a proprie spese hanno costruito anche il monumento dedicato ai loro genitori antistante il cimitero di Cavarzere, hanno provveduto alla pulizia dei marmi, alla sistemazione con una leggera pavimentazione di pietre tagliate dei bordi laterali e alla ridipintura della catenella dei bordi, oltre alla pulizia della stele a croce posta sulla tomba.
Un lavoro che li ha visti impegnati per oltre due settimane. La tomba di Beppino Di Rorai è stata riconsegnata alla comunità in una veste decorosa: il sindaco Henri Tommasi, in occasione delle celebrazione per il 25 Aprile, dopo aver ricordato il sacrificio dei caduti cavarzerani di El-Alamein ha pubblicamente ringraziato Luigi e Pietro Voltan assieme a Turiddo Zanaga per quanto realizzato, consegnando a ciascuno di essi un diploma incorniciato, e sottolineando come tale impegno di volontariato sia di esempio per tutta la comunità.

mercoledì 25 aprile 2018

FLAVIO BUSONERA E RICCARDO BISOGNIERO, EROI DELLA LIBERAZIONE CAVARZERANA, RICORDATI STAMANE DAL SINDACO PER IL 25 APRILE

Si sono tenute anche a Cavarzere le celebrazioni del 25 Aprile. Come ogni anno, il sindaco Henri Tommasi ha svolto l'orazione civile: ecco il testo.
Rivolgo il mio saluto alle autorità presenti, alle associazioni d'arma, ai rappresentanti delle istituzioni scolastiche, delle associazioni e a tutti i cittadini che hanno accolto il nostro invito ad essere qui in piazza a ricordare il 73° anniversario della Liberazione. E mi sembra doveroso quest'anno iniziare questa commemorazione ricordando il generale Riccardo Bisogniero, che ci ha lasciato qualche settimana fa. Nella tarda mattinata del 27 aprile di 73 anni fa, il generale Bisogniero (all'epoca giovane capitano, poco più che ventenne) alla guida del battaglione “Cremona” dell'esercito regolare italiano entrava a Cavarzere liberandola dall'occupazione nazifascista e ponendo fine al periodo più tragico e sanguinoso della storia della città. Credo che dalla storia del generale (che fino all'ultimo ha amato e portato nel cuore Cavarzere) possiamo ricavare tanti spunti di riflessione che ci possono essere utili anche oggi. Quel giovane capitano fece una scelta, quella di rimanere fedele allo Stato, di rifiutare la dominazione nazifascista, di non scappare ma di mettersi attivamente al servizio (in un momento di grande difficoltà) della causa della libertà, assumendosi rischi e responsabilità di una scelta del genere in quel momento storico. La scelta coraggiosa e responsabile dei nostri padri ci ha regalato 73 anni fa la libertà. La sua difesa richiede però ogni giorno scelte coraggiose e talvolta controcorrente nella politica, nella società, nella vita di ogni giorno, specie in presenza di momenti difficili. Nelle difficoltà può essere comodo non scegliere, seguire la massa, essere indifferenti, rinchiudersi nel proprio quieto vivere, non prendere rischi. Ma in questo modo la libertà e la democrazia non vivono, si ristagna nella mediocrità e non c'è vero progresso. Lo spirito del 25 aprile ci renda generosi e coraggiosi, anche nel nostro piccolo, nel creare una società migliore.

Flavio Busonera, medico e partigiano, fu essenzialmente una brava persona, un brav’uomo. Eppure, sempre "controllato a vista", fin da giovane. Ho letto infatti alcuni documenti (presenti nel faldone dell’Archivio di Stato n° 908, del Casellario politico Centrale) che mi sono stati trasmessi da Liana Isipato, ricercatrice dell’IVESER, l’Istituto Storico di Venezia cui da anni è iscritto anche il Comune di Cavarzere. Da questi documenti risulta che già dal 1910-1911, da studente ginnasiale, Flavio è accusato di simpatie per i gruppi anarchici, ma dal suo sospetto anarchismo viene scagionato dalla Prefettura di Cagliari, come giovane di “buona condotta morale e politica”. Poi il Ministero dell’Interno, durante il regime fascista, indaga su di lui, che viene schedato nel giugno 1937 come "sovversivo". L’anno dopo però viene radiato, cioè escluso dagli elenchi dei "sovversivi" perché, pur non essendo iscritto al Partito Nazionale Fascista, “partecipa a tutte le manifestazioni patriottiche”. Questa radiazione viene convalidata dal Ministero dell’Interno nel settembre del 1939, proprio mentre lavora a San Pietro di Cavarzere. Per questo, sottolineavo, il dottor Busonera era essenzialmente un bravo medico e un brav’uomo, così riconosciuto dallo stesso regime. Furono poi gli anni della guerra, e degli scontri civili, in cui scelse di schierarsi e agire come antifascista, che lo porteranno alla sua drammatica fine.
Flavio Busonera era nato a Oristano il 28 luglio 1894; suo padre aveva una piccola fabbrica di gazosa e per quei tempi era un benestante: questo gli permise di mandare il figlio al ginnasio. Bravo a scuola, Busonera prese la maturità al liceo Dettori di Cagliari e prima di finire l’università dovette partire per la Grande Guerra. Tornato a Cagliari, si laureò nel 1921 e si iscrisse al neonato Partito Comunista. Durante un viaggio in nave conobbe Maria Borghesan di Noale, che andava a trovare il fratello funzionario nelle miniere sarde, e con lei si sposò mettendo al mondo quattro figli, due dei quali, Francesco e Maria Teresa, sono oggi con noi. La vita di lavoro a Sarroch, paese vicino a Cagliari, fu ostacolata a causa delle sue idee antifasciste, e così si trasferì nel Friuli fino al ’26, e poi nel Cavarzerano: prima a Rottanova e San Pietro, poi in centro. Era specializzato in pediatria e la gente di Cavarzere, per la sua bravura e la sua umanità, lo ricorda come "il medico buono". Essendo antifascista, fu per lui naturale aderire alla Resistenza e, a Cavarzere, ne fu l’anima, dirigendo la raccolta di armi paracadutate negli aviolanci, trovando ripari per i militari alleati ricercati da fascisti e tedeschi, curando i partigiani feriti o ammalati e tenendo i rapporti con la Resistenza di Adria, Padova e Chioggia. Il capo partigiano Aldo Varisco di Chioggia scrisse nelle sue memorie che nel loro primo incontro Busonera si manifestò “uomo dinamico e dai propositi concreti”. Catturato in seguito a delazione, nella casa in Via Trento e Trieste, fu portato in carcere e brutalmente assassinato a Padova, in via Santa Lucia il 17 agosto 1944. La cittadinanza di Cavarzere gli è riconoscente e tiene viva la sua memoria con profonda gratitudine.

giovedì 19 aprile 2018

UN'AIUOLA TRICOLORE VENERDÌ MATTINA ALLA SCUOLA CAPPON DI CAVARZERE

Domani mattina, venerdì 20 aprile dalle ore 10.30, alla scuola secondaria Cappon di Cavarzere verrà allestita un'aiuola tricolore sinergica ad opera degli studenti. L'iniziativa rispnde all'invito del ministero per l'Istruzione riguardo al tema della cittadinanza, nel quadro delle manifestazioni per i 70 anni dall'approvazione e dall'entrata in vigore della Costituzione. L'impulso viene dalle docenti Gina Duse e Giuseppina Grassi. Le piante saranno collocate in modo da produrre l'effetto tricolore. Durante la cerimonia verranno letti i primi articoli della Carta fondamentale della Repubblica.

CHIUSA TEMPORANEAMENTE LA CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO PER ESIGENZE DI ORGANICO, IL DISAPPUNTO DI SINDACO E CISL

L'8 aprile scorso il dirigente locale dei Vigili del Fuoco aveva chiuso la sede distaccata di via Nazario Sauro a Cavarzere per sopperire alle carenze di organico al comando provinciale di Venezia, spostando così uomini dalla caserma cavarzerana. In una lettera alle istituzioni sovraordinate, ministro dell'Interno in primis, il sindaco Henri Tommasi e il sindacato FNS CISL esprimono contrarietà: "Il distaccamento - si legge - copre una zona di 200 km quadrati. Siamo consapevoli delle difficoltà gestionali, come la concomitanza con corsi di formazione, gli infortuni e la mancata assegnazione di personale permanente, ma questa chiusura mina i servizi e la sicurezza nel territorio". Il primo cittadino e l'organizzazione sindacale auspicano il mantenimento operativo della caserma, anche se non possono non notare come "la chiusura della sede di Cavarzere sia diventata ormai una prassi che fa demandare le richieste d'intervento ai Comuni limitrofi, con minor efficacia nei tempi d'intervento dovuta agli spostamenti".

lunedì 16 aprile 2018

ISTITUTO MARCONI A LEZIONE DI LEGALITÀ SABATO 21 MATTINA CON IL GENERALE ERRIGO

Sabato 21 aprile dalle ore 10.30 all’Istituto Professionale Marconi di Cavarzere si terrà un importante appuntamento con il generale Emilio Errigo del comando della Guardia di Finanza. Il generale impartirà agli studenti una lezione di legalità, fondata sulla propria carriera al servizio dello Stato e della democrazia, che ha lottato contro le mafie internazionali e le organizzazioni criminali in Sicilia, lavorando assieme al giudice Falcone nella Palermo del 1986. L'iniziativa rientra nel programa del Comitato della Croce, che porta nelle scuole tanti magistrati e inquirenti impegnati a combattere la mafia e la criminalità: accanto agli studenti saranno presenti anche le autorità civili e militari. In passato il Comitato ha ospitato anche il generale dei Carabinieri Massimo Iadanza, operativo in occasione dell'alluvione di quattro anni fa.
Il generale Errigo ha sequestrato la prima nave carica di droga in Italia, arrestando tutti i componenti del sodalizio criminale; è stato comandante della stazione navale di Civitavecchia, inviato in missione italiana interforze in Albania quale comandante dela sala operativa del nucleo Frontiera Marittima, poi ha assunto il comando operativo aeronavale del Lazio, quindi nella centrale operativa del comando generale della Guardia di Finanza. Promosso colonnello, ha frequentato la scuola di perfezionamento per le forze di polizia del ministero dell'Interno, per lavorare quale capo dell'ufficio Affari Generali al comando aeronavale centrale, e lo scorso 5 ottobre è stato promosso generale in ausiliaria.

"FRAMMENTI DI STORIA" IN MOSTRA DAL 25 APRILE A PALAZZO DANIELATO CON I RESTI DELL'AEREO INGLESE RECUPERATO A BOSCOCHIARO

Un Venticinque Aprile particolare, quest'anno a Cavarzere. Il recente ritrovamento nelle campagne di Boscochiaro dell'aereo inglese caduto nel marzo 1945 con a bordo il pilota John Henry Coates, proprio durante gli ultimi versanti della seconda guerra mondiale, è la fonte dell'iniziativa "Frammenti di storia" che l'amministrazione comunale, l'associazione Aerei Perduti Polesine e Romagna Air Finders -che ha recuperato il velivolo- organizzano a Palazzo Danielato in via Roma a Cavarzere: verranno esposti alcuni resti dell'aereo Spitfire e altri documenti e oggetti che riferiscono delle fasi belliche nel territorio locale, come giornali, lettere, manifesti, immagini e il cacciabombardiere tedesco pilotato dall'ufficiale Helmut Jalmfeld e precipitato a Ca' Briani l'8 febbraio 1944. La mostra, curata da Aurora e Alessio Mattiazzi (collezionista dei reperti), verrà inaugurata il 25 aprile stesso alle ore 11.45 e rimarrà visitabile fino al 6 maggio prossimo, con orari 9-12 e 16-19.

sabato 14 aprile 2018

LA SODDISFAZIONE DELL'EX CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL'IPAB DANIELATO DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE DEI CONTI

Il precedente consiglio d'amministrazione dell'IPAB Danielato di Cavarzere accoglie "con estrema felicità" la sentenza emessa dalla sezione centrale della Corte dei Conti di Roma sul caso Badiale. "La serenità di aver svolto il proprio incarico con serietà - si legge nella nota congiunta - e nella piena volontà di ottenere il meglio era stata messa a dura prova dalla errata sentenza del primo giudice. Ciò avveniva anche in seguito ad un periodo molto faticoso di accuse e polemiche su molti fronti (poi sempre smentite dai fatti o dal diritto), che oltre ad avere intasato gli uffici dell’IPAB e della Corte aveva tolto serenità all’impegno pubblico di persone messesi a servizio della comunità". Scrivono Fabrizio Bergantin, Michela Ronchi, Michele Bolzenaro, Paolo Vallese e Mauro Badiale: "Eravamo convinti dell’ingiustizia sia delle accuse che della sentenza, e dell’erroneità in cui erano incappati i giudici, che giustamente la Corte romana ha sanzionato. È stata appurata l’erroneità da parte del Pubblico Ministero veneziano nell’interpretazione della normativa regionale in materia di classificazione e obblighi degli IPAB e l’eventualità che fossero stati affidati incarichi o mansioni retroattivamente, piuttosto che aver conciliato il riconoscimento economico per il solo lavoro svolto".
Inoltre, non era stata tenuta in considerazione dalla Corte di primo grado la richiesta di chiarimenti all’ente vigilante (la Regione Veneto) e che questo non aveva censurato il percorso precedente, ravvisando invece la possibilità di procedere alla regolarizzazione di Badiale anche senza concorso pubblico: scelta che invece l’allora cda "per coerenza si era imposto di non intraprendere, preferendo il percorso maggiormente trasparente e aperto". La Corte, a seguito dell’appello svolto a Roma, ha riconosciuto ai consiglieri di aver agito "per mantenere indenne l’ente da maggiori esborsi economici ed evitare possibili e più dannosi contenziosi, a livello sia economico che amministrativo": soprattutto è stato riconosciuto che la situazione “indubitativamente” è stata iniziata e resa complessa dal cda precedente (cui appartenevano anche membri sottoscrittori dell’esposto che ha dato il via a tutto) e che la “perdurante inerzia sia del precedente cda che del collegio dei revisori abbiano inevitabilmente condizionato l’esito degli accadimenti, giungendo solo a cascata sui convocati a giudizio". Continuano i cinque ex amministratori: "Ci fa enormente piacere che sia stato storicamente accertato e riconosciuto, per questioni di giustizia sostanziale, che pur a fronte della discussa correttezza di un singolo atto non v’è alcuna prova dell’illiceità della condotta, o che vi siano state condotte intraprese con dolo o colpa grave, producendo un danno all’ente (la prescritta mancanza dell’elemento soggettivo). E questo già è sufficiente a riabilitare gli anni spesi al servizio dell'IPAB Danielato e le notti insonni, le spese, la serenità perduta nella vite sospese dalla prima sentenza".

Fa piacere inoltre, proseguono i consiglieri, che sia stata riconosciuta al direttore l’utilità prodotta all’ente, e che nel giudizio sia "chiaramente emerso come questi avesse sia i requisiti che la professionalità necessaria per l’attività svolta. È appurato inoltre che a questi, molto meno responsabilmente che non cercando di trovare una soluzione con l’allora consiglio d'amministrazione, sarebbe bastato ricorrere immediatamente nel 2003 e si sarebbe trovato immediatamente dirigente di diritto, ben prima quindi del concorso legittimanente bandito dall’ultimo cda nel 2013, con indubbi e legittimi vantaggi dal punto di vista economico, di carriera e di serenità lavorativa". Nella volontà concreta di evitare il contenzioso, benchè fosse attuale e legittimo il diritto del direttore, la Corte ha sottolineato come vi fossero reali e corposi precedenti (all’Agenzia delle Entrate e secondo la legge regionale dell’Abruzzo) che "disegnavano un quadro coerente con la scelta intrapresa dall’IPAB, volta alla tutela del principio costituzionale di buon andamento, di efficienza ed economicità dell’azione amministrativa". La condotta degli ex amministratori, "oltre a non esser stata dolosa o anche gravemente colposa, ha comunque garantito vantaggi all’ente, tali da compensare totalmente eventuali maggiori esborsi". A parere del collegio giudicante ”appare ragionevole la scelta discrezionale dell’IPAB di riconoscere al dottor Badiale -che aveva sempre lavorato come dirigente di fatto, e per alcuni anni a seguito di contratto di diritto- il trattamento economico, per altro per un tempo assai limitato, atteso che comunque si demandava ad apposita procedura selettiva pubblica poi dallo stesso vinta. Ed è su quest’ultima parola che i membri del consiglio si sentono "ulteriormente rasserenati e riabilitati in questi mesi di profondo sconforto".
Con questa conclusione, indipendentemente dalla piena riabilitazione e dall’assenza di qualsiasi ulteriore esborso, e nonostante il fatto che ai convenuti vengano addirittura riconosciute parte delle spese legali, Bergantin, Ronchi, Bolzenaro, Vallese e Badiale non potranno "mai quantificare quanto questa vicenda abbia significato per come, a fronte di un’attività miope e talvolta diffamatoria, mirata prevalentemente al conflitto e al mero vantaggio politico, noi e le nostre famiglie abbiamo vissuto questi mesi. Senza tener conto di quanto questo sia costato all’IPAB, alla collettività e alle nostre tasche, speriamo comunque nel migliore e più sereno futuro per l’istituzione che abbiamo rappresentato e che ancora amiamo profondamente e che tanta importanza ricopre per la vita di molti anziani e famiglie del territorio". C'è anche il "doveroso e commosso ringraziamento al sostegno e alla comprensione dimostrati dalle nostre famiglie, dagli amici, da alcune forze politiche e soprattutto da parte di molti residenti, familiari e lavoratori dell'IPAB Danielato, in particolare agli uffici che hanno sopportato questa stagione. Va inoltre reso merito all’avvocato Perulli e all’avvocato Scuglia che oltre a comprendere appieno la situazione e averci appoggiato anche nei momenti più difficili, sono riusciti con estrema professionalità e con fiducia nel diritto a condurre a tale esito".

venerdì 13 aprile 2018

NUOVO PATRONATO CANOSSIANO SAN PIO X, DOMENICA L'INAUGURAZIONE

Domenica pomeriggio 15 aprile verrà inaugurato il nuovo patronato canossiano San Pio X in via Serafin a Cavarzere. Dalle ore 16 il vescovo Adriano Tessarollo assieme a padre Giorgio Valente, della congregazione dei Figli della Carità Canossiani e il sindaco Henri Tommasi presenteranno alla cittadinanza le nuove opere, con l'inaugurazione alle ore 17 di una mostra fotografica, e alle 18.30 la messa presieduta dal vescovo.

giovedì 5 aprile 2018

IL CONSIGLIO COMUNALE SOSTIENE LE MAESTRE DIPLOMATE A RISCHIO LICENZIAMENTO

Anche il consiglio comunale di Cavarzere appoggia le maestre diplomate, che a seguito della riforma rischiano di perdere il posto di lavoro a causa della loro formazione magistrale (ora per insegnare è richiesta la laurea). L'assemblea cittadina si è pronunciata a favore del sostegno a queste docenti, a seguito di un ordine del giorno presentato dalla consigliera Cinzia Frezzato -essa stessa docente a rischio licenziamento- su indicazione delle maestre stesse. Nei giorni scorsi in Riviera del Brenta diversi istituti scolastici hanno scioperato per dimostrare solidarietà alle insegnanti, e lo stesso Comune di Mira ha adottato una risoluzione simile a quella cavarzerana.

PISTA CICLABILE, ILLUMINAZIONE, SICUREZZA STRADALE: CONETTA HA DECISO COME SPENDERE IL BONUS MIGRANTI

Se non proprio il “bilancio partecipato”, quella di ieri sera alla Pro Loco di Conetta è stata un'occasione per la comunità locale di diventare modello di democrazia diretta, dove chi partecipa vota e ha la possibilità di non approvare l'indirizzo amministrativo in corso d'opera. È il pensiero del sindaco di Cona, Alberto Panfilio, che ieri ha coinvolto i cittadini della frazione per scegliere la destinazione del bonus migranti di 640mila euro che il paese ha ottenuto dal governo come tutte le sedi che ospitano i centri di accoglienza straordinaria: e i residenti di Conetta hanno deciso di confermare le linee promosse un anno fa, ovvero il denaro andrà a finanziare l'esecuzione della pista ciclabile che congiunge la frazione a Cona, oltre al completamento dell'illuminazione pubblica per dare più luce alla sera e il ripristino del manto stradale in una via interna.
«La pista serve alla comunità del luogo – dice Panfilio – anche per ragioni di sicurezza». Un anno fa i fondi ministeriali sono stati utili alla sistemazione delle scuole di ogni ordine e grado e delle relative palestre. Tuttavia Panfilio non può non notare che «il bonus migranti è la prova provata del fatto che se non ci fossero questi soldi la situazione finanziaria del Comune sarebbe in declino, come per altre località. Dove siamo arrivati se solo un disagio come questo può aiutare a investire in opere pubbliche?», è la domanda del sindaco, vittima dei patti di stabilità al pari dei suoi colleghi con la fascia tricolore.