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sabato 13 gennaio 2018

STAMANE ALL'IPSIA DI CAVARZERE IL MESSAGGIO DI DON ANTONIO CONTRO LA MAFIA E LA CORRUZIONE

Significativo incontro, questa mattina all'IPSIA di Cavarzere, della comunità studentesca con don Antonio Coluccia, sacerdote di frontiera e fondatore dell'Opera don Giustino. Il suo messaggio valoriale di onestà e lotta alla mafia è stato accolto dal sindaco Henri Tommasi, dal capitano dei carabinieri Francesco Barone, dal comitato della Croce, dalle altre forze dell'ordine di stanza a Cavarzere, dagli studenti delle terze e quarte classi dell'istituto Marconi. Don Coluccia, vocazionista salentino, era operaio in un calzaturificio pugliuese. A 24 anni ha intrapreso un cammino che lo ha condotto al sacerdozio, fino a ottenere -grazie alla legge 109/1996- una villa confiscata alla banda della Magliana, diventata casa di accoglienza per homeless e altri sbandati.
Don Antonio ha citato la frase di Martin Luther King "Mi fa più paura il silenzio degli onesti che le parole dei disonesti", richiamando all'importanza della scuola, della cultura e della formazione continua, «perché solo la cultura e la bellezza salveranno il mondo», oltre che l'insegnamento salesiano secondo il quale «prima onesti cittadini, poi buoni cristiani». Il messaggio contro la corruzione ha scosso le coscienze dei giovani: «Nell'Antico Testamento dell'Italia c'erano uomini magari senza un master ma interessati alla vita pubblica. E oggi? La fede impegna a esserci, a non girarsi dall'altra parte». Per questo il prete ha invitato i ragazzi a «riappropriarsi della terra, del Paese, chiedersi cosa ognuno può fare per cambiare la situazione. Tre azioni: osare, rischiare, compromettersi. A voi studenti dico: alzatevi, guardate in alto, non avete paura!».

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