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mercoledì 26 maggio 2021

I GENITORI DI BOSCOCHIARO SCRIVONO ALLE ISTITUZIONI REGIONALI PER SALVARE LA SCUOLA PRIMARIA LOMBARDO RADICE

I genitori degli allievi che frequentano la scuola primaria Lombardo Radice di Boscochiaro hanno scritto alla Direzione scolastica regionale, all'assessora veneta alla Pubblica Istruzione Elena Donazzan e al presidente della giunta Luca Zaia per protestare contro i tagli al settore e segnatamente contro la possibile chiusura del plesso, il quale raccoglie i bambini che abitano non solo a Boscochiaro, ma anche a San Pietro, in Dolfina, a San Gaetano e al Villaggio Busonera.
«Abitiamo nelle frazioni - esordiscono i genitori - perché non tutti abitano in centro e, soprattutto, non tutti desiderano abitarci. Noi abbiamo ancora la fortuna di vivere in un territorio che sembra, per certi aspetti, essersi fermato nel tempo: si vive come se fossimo un’unica grande famiglia, ci si conosce, la vita è semplice, i ritmi delle nostre giornate sono in sintonia con la natura. Vogliamo che sia ben chiaro alle istituzioni che ci governano che chi vive nelle frazioni lo fa volentieri. C’è chi ci nasce, chi continua a viverci per non lasciare soli i genitori, chi ci viene ad abitare in seguito perché ama questo stile di vita. Siamo già consapevoli di non avere tutti i servizi che normalmente si dovrebbero avere, ma ci accontentiamo».
Tuttavia, se questi cittadini non pretendono che vengano forniti servizi in più, almeno che non vengano tolti quelli esistenti: «Il primo tra tutti - si legge nella missiva - è la scuola. Cavarzere è un territorio molto ampio, dunque le frazioni non sono molto vicine al centro e la strada per arrivarci è quasi sempre arginale. In questa situazione geografica è rimasta solo una scuola primaria aperta nelle frazioni: si tratta della Lombardo Radice di Boscochiaro. Negli anni sono state chiuse tutte le altre, non solo per il calo demografico. I numeri non sono altissimi, ma ci sono».
Ogni anno, però, a questi ragionamenti pratici e concreti si sovrappone la "legge del risparmio", mettendo sempre in dubbio la formazione della classe prima (pur essendoci iscrizioni) e dunque il futuro stesso della scuola. «Piuttosto che risparmiare i soldi di una seconda o terza sezione in centro - notano con disappunto i genitori di Boscochiaro - meglio tagliare le classi delle frazioni, così in breve l’istituto chiude ed è un pensiero in meno. L’amministrazione comunale da settembre finanza un servizio di doposcuola che rende più appetibile l’istituto della frazione, ma è vero anche che né dall’amministrazione né dall’istituto scolastico sono state intraprese azioni di promozione di tale servizio al momento delle iscrizioni».
Le famiglie non ci stanno: «La scuola non riguarda solo chi ha figli in età scolare, riguarda tutte le persone delle frazioni. È un punto di riferimento, è il futuro, è il servizio principale per una famiglia. Siamo davvero stanchi di essere trattati come cittadini di serie B. Se c’è qualcosa che deve essere tolto, si toglie alle frazioni. Non stiamo chiedendo che ci costruiscano una scuola, chiediamo che ci venga lasciata quella che abbiamo, sia primaria che per l'infanzia. E il fatto che dobbiamo ogni anno continuare a chiederlo ci sembra assurdo. Chi comprende appieno la situazione sembriamo essere solo noi abitanti delle frazioni: a portare avanti la causa strenuamente sono i genitori, un consigliere comunale di opposizione e tutti gli abitanti che non mollano l’osso».
Dietro ai numeri ci sono persone che lavorano, organizzazione familiare: «Sembra che ci venga detto di sì ma solo per tenerci tranquilli. Sembra che la scuola forse rimarrà ancora aperta, ma magari con pluriclassi, vedremo fino a quando, cominciamo a pensare che prima o poi chiuderà... Non è così che vogliamo che vada. Siamo noi che crediamo nel nostro territorio, che viviamo la qualità dell’essere qui, che vediamo l’importanza sociale di ciò che avviene nelle frazioni, che teniamo vivi i valori del vivere in società. Vi chiediamo una mano - conclude la lettera alle istituzioni regionali - perché concedere una classe alla scuola Lombardo Radice di Boscochiaro non cambierà le sorti dell’economia italiana, ma cambia la vita di chi vive qui. E i cui diritti non valgono meno di chi vive in centro. La scuola di Boscochiaro non deve chiudere».

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