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martedì 23 febbraio 2016

L'AMBASCIATORE DEL VIETNAM QUESTA MATTINA A CAVARZERE IN VISITA AGLI STABILIMENTI TURATTI

L’ambasciatore del Vietnam questa mattina alla Turatti di Cavarzere. L’azienda realizzerà un nuovo stabilimento ad Hanoi Visita prestigiosa questa mattina all’azienda Turatti di Cavarzere. Il presidente del Gruppo, Antonio Turatti, insieme al sindaco Henri Tommasi, ha accolto infatti l’ambasciatore del Vienam in Italia, Cao Chinh Thien. L’azienda cavarzerana, tra i principali fornitori di macchinari per l’industria alimentare, ha deciso infatti di avviare un nuovo stabilimento ad Hanoi, posizione strategica per i nuovi mercati asiatici in espansione. Turatti fornirà assistenza post-vendita e realizzerà, in particolare, macchinari per la lavorazione della frutta tropicale. Molta attenzione alla ricerca e all’innovazione, sempre volto a studiare nuove e avanzate soluzioni per l’industria alimentare, il Gruppo Turatti, 150 anni di vita, dopo la conquista dei mercati europei, del Nord America, con la nascita della Turatti North America e l’avvio di uno stabilimento a Salinas, in California, guarda ora all’Asia. “E’ un successo che ci riempie di orgoglio – ha detto il sindaco Tommasi che si è complimentato con i titolari – e che porta il nome della nostra città a livello mondiale”. Al termine dell’incontro l’ambasciatore Cao Chinh Thien ha proseguito la visita raggiungendo Palazzo Balbi a Venezia, dove ha incontrato il presidente della Giunta regionale, Luca Zaia.

domenica 21 febbraio 2016

MARTEDÌ 23 L'AMBASCIATORE DEL VIETNAM IN VISITA ALLA DITTA TURATTI



Prestigiosa visita internazionale, martedì 23 febbraio alle ore 9, alle officine Turatti di Cavarzere. Sarà infatti ospite l'ambasciatore del Vietnam in Italia, Cao Chinh Thien, nel suo programma che comprende anche incontri al massimo livello istituzionale con le autorità della Regione Veneto, del Comune di Venezia e dell'autorità portuale. Il diplomatico, 57 anni, sarà accompagnato dall'assistente Dang Khankh Lin e dal giornalista Pham Duc Hoa (corrispondente da Roma per Vietnam News Agency). A fare gli onori di casa, negli stabilimenti di viale Regina Margherita, il presidente dell'impresa Antonio Turatti e il sindaco di Cavarzere Henri Tommasi.

venerdì 19 febbraio 2016

IL SINDACO CONTRO I "GUFI": IL PONTE DI BOSCOCHIARO SI FARÀ


Arrivano i "gufi" anche a Cavarzere. A evocarli -in corrispondenza alla pratica governativa- è il sindaco Henri Tommasi, che li individua nel consigliere di opposizione Emanuele Pasquali (Centro e frazioni di Cavarzere assieme) a proposito del ponte di Boscochiaro: «Sembra quasi sperare che l'opera non si realizzi». Nei giorni scorsi Pasquali aveva sollevato la questione di alcune lettere scritte dalla ditta incaricata dei lavori, che farebbero emergere alcuni problemi. «Ad ogni passaggio significativo verso la costruzione del ponte -continua Tommasi- il consigliere Pasquali esce sulla stampa e in consiglio comunale lasciando presagire che il compimento dell'opera sia a rischio. Me ne rammarico, in primo luogo perché essendo egli di Boscochiaro dovrebbe essere felice della realizzazione dell'opera. Le sue dichiarazioni creano fraintendimenti tra i cittadini».
Il sindaco non evita l'argomento lettere: «Alcuni aspetti possono essere modificati in corso d'opera, con integrazioni e variazioni rispetto al progetto iniziale. Se mai dovessero verificarsi imprevisti che rendano difficile la prosecuzione del rapporto con la ditta appaltatrice, l'amministrazione comunale intende comunque portare a termine tale opera così importante per la frazione». Proprio in questi giorni, aggiunge Tommasi, è in corso un esame tra la direzione dei lavori e l'impresa per arrivare a soluzioni condivise: naturalmente «il Comune si avvale di ogni potestà conferita dalla legge per far osservare il più rigoroso rispetto delle regole, in particolare le sanzioni previste in caso di violazione dei tempi contrattuali di consegna».
L'imminente primavera è la stagione prefissata per la consegna del ponte, oltre che per le elezioni comunali: «Non farei un dramma se non dovessi essere io a inaugurarlo», dice Tommasi. «Non ho questa smania, l'importante è che i progetti avviati dall'amministrazione a Boscochiaro, nel centro e nelle altre frazioni vengano realizzati, a beneficio di tutti i cavarzerani. Comprendo l'urgenza della cittadinanza, al fine di risolvere i ben noti disagi stradali della zona, ma è evidente a tutti la complessità tecnica che richiede le necessarie verifiche».
Il ponte di Boscochiaro è un orgoglio della giunta di centrosinistra: «Da sempre promesso, mai realizzato dalle precedenti amministrazioni. Neanche la Provincia, che negli anni Cinquanta ha costruito l'attuale ponte dei Piccoli Angeli, si è mai attivata per reperire le necessarie risorse finanziarie all'opera in questione, pur trattandosi del collegamento con la strada provinciale del Gorzone». Strada che non può venire riaperta fino al completamento dei lavori funzionali alla viabilità, in un contesto nevralgico per ovvie ragioni di sicurezza e incolumità pubblica. «Noi le risorse le abbiamo trovate e destinate» conclude il primo cittadino, «dando corso a tutti i progetti -preliminare, definitivo, esecutivo- nei tempi programmati». Che lo si voglia o lo si "gufi", il ponte dei Piccoli Angeli sarà realizzato.

giovedì 4 febbraio 2016

VIA SPALATO: I PLATANI FATTI A PEZZI. E' SEMPRE E SOLO QUESTIONE DI SOLDI

Stanno tagliando gli alberi in via Spalato. Una decisione annunciata ma che sta provocando molte polemiche. Da una parte l'amministrazione comunale che vuole risistemare la strada (che era ridotta in condizioni pietose), e assicurà che pianterà altri alberi, dall'altra gli ambientalisti (chiamiamoli così, per semplificare) che urlano al “massacro”, ricordando che quei platani sono cresciuti nel giro di quasi un secolo e che rappresentano, oltre che un patrimonio paesaggistico, anche un elemento di tutela dell'ambiente, per la loro capacità di depurare l'aria. In realtà è sempre e solo questione di soldi. La strada andava rifatta, su questo tutti sono d'accordo. Il disaccordo è su “come” rifarla. Il Comune aveva ipotizzato di “allargarla” con una pista ciclabile, quanto mai utile per chi si reca al cimitero. Ma, in occasione di una assemblea pubblica (in verità piuttosto scarna quanto a partecipazione) alla ciclabile sarebbe stato preferito un marciapiede. Domanda: perché non farli entrambi, sui due lati della strada? Probabilmente costava di più e, forse, anche il marciapiede costa meno della ciclabile. Comunque, dopo aver deciso per il marciapiede, il Comune ha anche fatto esaminare lo stato di salute dei platani, dato che un loro abbattimento si intravedeva all'orizzonte da tempo. Il risultato è stato che alcune piante erano infestate dal ragno rosso, quindi sono state tagliate quelle “malate” e, per ciascuna di esse, quella prima e quella dopo, per evitare il diffondersi del contagio. Domanda: era possibile una cura? Abbiamo paura che anche questo sarebbe costato qualche denaro, sicuramente di più che tagliare. Ma questo primo sfoltimento non è bastato a eliminare le piante che intralciavano i futuri lavori. Adesso, sul lato destro (verso il cimitero) si stanno tagliando tutti gli alberi perché la loro presenza pregiudica la “tenuta” del nuovo marciapiede e della nuova asfaltatura. Domanda: si poteva fare il marciapiede “oltre” gli alberi? Probabilmente sarebbero stati necessari degli espropri e degli interventi sulle radici, soldi da spendere anche qui. Altra domanda: se gli alberi sono così pericolosi per la sicurezza stradale, perché tagliarli da una parte sola? Ma questa riflessione non sarebbe completa se non ci chiedessimo come mai via Spalato è stata ridotta in quel modo. In parte, ahinoi!, hanno contribuito le radici degli alberi, ma il danno maggiore l'han fatto sicuramente i mezzi pesanti che anni fa transitavano, ad esempio, per i lavori del nuovo cimitero. Di solito le ditte che “rompono”, poi aggiustano le strade. Qui hanno rotto e son spariti, senza che il Comune dicesse nulla. Notiamo, appena di striscio, che i problemi riguardano la responsabilità di due diverse amministrazioni ma, alla fine, è sempre questione de “schei”.