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venerdì 25 luglio 2014

DONNA INVESTITA DA BISARCA: SALVA PER MIRACOLO

Il luogo dell'incidente
Ha attraversato la strada senza guardare, ed è stata investita da una bisarca che trasportava automobili. Ma è stata incredibilmente fortunata: ha preso solo una botta in testa, perdendo parecchio sangue, ma se la dovrebbe cavare in una trentina di giorni.
Chi ha visto l'incidente, verso le 8 di questa mattina, aveva temuto il peggio. L'anziana, una settantenne residente a San Martino di Venezze, probabilmente arrivata a Cavarzere per il giorno di mercato, era distesa a terra, con una vistosa emorragia. Sul posto sono intervenuti l'ambulanza del 118, la polizia municipale di Cavarzere e i carabinieri. La donna è stata subito portata all'ospedale di Rovigo, dove resterà sotto osservazione per alcuni giorni. Aveva attraversato via Circonvallazione, vicino all'incrocio con via Marconi, provenendo dal parcheggio dove si trova il monumento ai lagunari. Per sua fortuna la bisarca procedeva lentamente e ha fatto in tempo anche a frenare, prima di colpirla. Ma la botta è stata forte lo stesso. Qualche testimone riferisce che “si è buttata” sulla strada improvvisamente.

TELECONTROLLO DEI PACEMAKER DA CAVARZERE A CHIOGGIA

Il controllo corre sul filo: il pacemaker dei pazienti comodamente seduti nella Cittadella di Cavarzere sarà controllato via internet dalla Cardiologia di Chioggia La Cittadella Socio Sanitaria di Cavarzere si avvicina all’Ospedale di Chioggia. Quello che non è fisicamente possibile, può talvolta essere realizzato dalla tecnologia. I pazienti cavarzerani (e quelli di Cona) portatori di pacemaker e defibrillatore potranno da oggi in poi evitare la trasferta alla Cardiologia di Chioggia per il controllo periodico, che sarà effettuato nella sede della Medicina Integrata presso la Cittadella, grazie alla collaborazione coi medici di famiglia, mediante un sistema innovativo via internet. “Questa innovazione rappresenta un reale progresso - sottolinea il primario della Cardiologia clodiense Roberto Valle - considerando che il numero di pazienti portatori di pacemaker o defibrillatori impiantabili è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi due decenni, raggiungendo cifre considerevoli. Anche la realtà della Ulss 14 ha seguito tale andamento con un’impennata di interventi negli ultimi anni, con la creazione di una valida Elettrofisiologia, nell’ambito della Cardiologia dell’Ospedale di Chioggia. Va da sé che anche i controlli tecnici di tali “device”, eseguiti da un medico e da un infermiere dedicati, siano diventati un oneroso impegno non solo per il paziente, ma anche per la struttura ospedaliera. Fortunatamente, i più moderni dispositivi prevedono la possibilità di essere collegati tramite rete telefonica fissa o rete GSM dal proprio domicilio all’Ospedale, per cui è possibile effettuare il controllo dei parametri elettrici forniti dal pacemaker e dal defibrillatore anche senza che il paziente si rechi presso gli ambulatori della Cardiologia. Questo tipo di controllo, definito “remoto”, sostituisce completamente il tradizionale controllo ambulatoriale, garantendone le stesse informazioni e la stessa qualità”. L’assegnazione del trasmettitore prevede inizialmente l’addestramento dei pazienti o dei parenti all’utilizzo di tali apparecchi; per quanto studiati per risultare semplici e intuitivi non è raro che risultino, ad ogni modo, di difficile utilizzo per i pazienti più anziani. Ad esempio, alcuni pazienti, pur gradendo il vantaggio di non doversi recare in un lontano ambulatorio o di non dover attendere il proprio turno, esprimono il desiderio di recarsi presso una struttura di fiducia per la sensazione di “maggior protezione e sicurezza”. “In questo scenario – continua Valle - per dare un migliore servizio ai pazienti, in modo che possano eseguire un controllo del pacemaker o del defibrillatore in una struttura vicina, con i vantaggi del controllo domiciliare, si è pensato di ideare una rivoluzionaria modalità di controllo, implementata presso la Cittadella di Cavarzere: è stato posizionato un trasmettitore per il controllo remoto di pacemaker e defibrillatori, sotto la supervisione della dott.ssa Michela Bevilacqua, giovane elettrofisiologa della Cardiologia di Chioggia”. Gradimento per il nuovo servizio arriva anche dai medici di famiglia. “Un paziente che risiede a Cavarzere (e che sia portatore di un pacemaker recente) – aggiunge Ornella Mancin, medico di famiglia di Cavarzere, referente della Medicina Integrata - potrà presentarsi presso gli ambulatori a lui più vicini, e assistito da un’infermiera, potrà inviare tramite questo trasmettitore i dati relativi al controllo tecnico. L’analisi dei parametri verrà effettuata dal servizio di Elettrofisiologia di Chioggia che provvederà ad inviare una relazione relativa al controllo”. Il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben, esprimendo soddisfazione per il l’esemplare collaborazione tra Cardiologia Ospedaliera e Medicina di base, “auspica che questo tipo di controllo possa essere applicato anche ad altre realtà rendendo ancora più accessibile e semplice l’esame, per far sentire il cittadino sempre al centro e protagonista del processo assistenziale ”.

domenica 20 luglio 2014

CAVARZERE: CAPITALE O SUCCURSALE?

Chi si ricorda la polemica su Roma Capitale e gli insulti destinati a chi avesse osato rivolgersi agli uffici pubblici di cotanta amministrazione comunale fuori orario? La foto del cartello, pubblicata all'epoca (era il novembre 2013) su tutti i giornali è abbastanza esplicativa ed è inutile stare a chiosare sulle tante perle che contiene. A cominciare da quel “l'altri giorni dobbiamo lavorare” dove, a parte la sgrammaticatura iniziale, il verbo “dobbiamo” esprime tutto il carico di risentimento e seccature che quel “lavorare” porta con sé, malgrado lo stipendio intrinsecamente connesso proprio a quel lavoro. Compreso, magari, il ricevimento del pubblico che non dovrebbe essere né tempo perso, né accondiscendenza verso chi ha delle legittime richieste. Ma, per quanto riguarda Roma, ci fermiamo qui.
Parliamo, invece di Cavarzere che non sarà capitale ma si fregia, comunque, del titolo di Città. Anche qui ci sarebbe qualcosa da dire sulle gestioni amministrative che si sono compiaciute di aggiungere titoli e onorificenze alle carte intestate del Comune ma hanno fatto scappare i cavarzerani per la mancanza di lavoro, di servizi e i prezzi delle case più alti della zona. Chiusa parentesi. E parliamo, invece del cartello che, da qualche tempo, campeggia su una delle porte del terzo piano (l'area tecnica) del Comune. Allora: “spiacevoli risposte” è più forbito di “parolacce e insulti”, ma il concetto è il medesimo. E, se non altro, c'è anche il ritegno di evitare un richiamo alla supposta “educazione” di chi sta negli uffici. Un'educazione che, anche in questo caso, farebbe a pugni col contenuto del cartello.


Non sappiamo, ahinoi!, se l'avviso, firmato da un dirigente che non lavora più a Cavarzere, sia stato posto prima o dopo (e quanto dopo) quello di Roma Capitale. Di certo, però, non va inteso come una pretesa di superiorità, o di pari dignità, tra gli uffici comunali di Roma e quelli di Cavarzere. Il cavarzerano-tipo, infatti, è noto per la scarsa considerazione che ha della sua città e, spesso, anche di chi la amministra (persone che, peraltro, sono state votate dai cavarzerani stessi). E il cartello in questione sembra, ancora una volta, sintomo di quell'inferiorità socio-culturale-economica che molti indigeni si attribuiscono. Insomma, se il pubblico rompe le palle, abbiate almeno il coraggio di scriverlo, cari responsabili del Comune. I romani lo hanno scritto chiaro e tondo. Sarà stato un messaggio inelegante, ma era sicuramente efficace. Quindi se qualcuno rompe i coglioni per nulla, diteglielo chiaramente. E, magari, non solo a chi sta “in basso” ma anche a chi sta “in alto”. Viceversa se qualcuno “rompe” per motivi legittimi.. beh! allora l'orario non dovrebbe contare nulla.

martedì 15 luglio 2014

MARTINELLE ENERGIA RICORRE AL TAR

La vogliono proprio fare questa centrale brucia-rifiuti.I signori della Martinelle Energia, dopo che gli ha detto di NO! la Regione e dopo che gli ha detto di no (le maiuscole e la punteggiatura non sono a caso) anche il Comune, hanno deciso di provarci ancora. E hanno presentato ricorso al Tar del Veneto, come si legge nel decreto sindacale datato 9 luglio, contro la nota del Dipartimento Ambiente, Settore Tutela Atmosfera che aveva negato l'autorizzazione a impestare ulteriormente l'aria di Revoltante e dintorni.
Un ricorso al Tar costa svariate migliaia di euro ma si tratta di una spesa certamente inferiore a quella che avrebbero dovuto sostenere gli stessi signori della Martinelle Energia se avessero presentato un NUOVO progetto. La Regione, infatti, gli aveva detto di NO! essenzialmente perché loro chiedevano una modifica "non sostanziale" dell'impianto mentre, in realtà, il cambiamento di alimentazione era, diceva la Regione, ben sostanziale, visto che si passava da "digerire" piante, più qualche carico di paglia e letame, a "digerire" rifiuti umidi raccolti in giro per l'Italia e "allungati" con acqua. Restava, ai signori della Martinelle Energia, la possibilità di chiedere l'autorizzazione per un nuovo impianto, ma ciò avrebbe significato fare un progetto apposito, spendendo qualche soldo per un tecnico che facesse disegni e relazioni. Ma, che diamine!, siamo in tempi di crisi e gli imprenditori non possono permettersi tante spese. Quindi hanno deciso per un ricorso al Tar. Tanto, se va male, resta sempre l'altra strada aperta. In questa storia, però, il Comune sembra sempre piuttosto "timido", come quando, qualche mese fa, non si decideva a dire di NO! all'impianto e ha finito per dire un più modesto no. Secondo il decreto del sindaco, infatti, il ricorso al Tar della Martinelle Energia è stato notificato in municipio il 18 giugno ma nessuno si è preso la briga, su questa delicata questione, di spiegare ai cittadini cosa stava succedendo. Meno male che c'è l'albo pretorio.