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sabato 17 dicembre 2016

RICORDANDO ANDREI AD UN MESE DALLA SUA SCOMPARSA

Ricordando Andrei a un mese dalla sua scomparsa, cogliamo l’occasione per pensare a tutti quegli alunni del nostro istituto che non sono più tra noi. Pensavo in questi giorni che dal 1999 ad oggi ne conto 17, troppi, forse di qualcuno non ne abbiamo avuto notizia, non so. So che sono tanti, che hanno camminato con noi, hanno sospirato per la fine dell’anno scolastico, hanno gioito o pianto ma alla fine hanno conquistato il loro meritato diploma. Alcuni erano già entrati nel mondo del lavoro, altri vi si stavano affacciando. Ragazzi con tutta una vita davanti che la strada in particolare, ha stroncato. Si perché la strada è il filo rosso di quasi tutti. Ecco perché insistiamo molto sul senso di responsabilità alla guida e al rispetto della vita. In questa settimana la classe 4 A MAT, classe di Andrei, ha fatto giardinaggio: tutti compatti, uniti, non hanno vissuto la carriola o il badile come strumenti di fatica ma piuttosto di coesione tra loro, stanno mantenendo vivo il ricordo del loro amico attraverso questo ulivo che rigoglioso crescerà a monito che la vita non muore ma rimane per sempre, anche se in modo diverso. Come insegnante sono orgogliosa di come hanno reagito a questo triste avvenimento che troppo presto li ha messi di fronte a domande importanti e di difficile risposta: perché morire?
Si tende a non parlare di morte oggi, sembra si debba vivere in eterno sulla terra, ma solo con la consapevolezza che un giorno la lasceremo potremmo viverla appieno, realizzandola e non sprecando neppure un momento di quello che ci è stato donato. Pur breve la vita di Andrei, e con lui quelle di Cristian, Isham, Michael, Ly, Nicole, Vanni, Davide, Marco, Andrea, Simone, Luca, Alberto, Simone, Daniele e purtroppo di qualche altro, hanno incrociato le nostre di vite e sono ora gli Angeli della famiglia del Marconi.

Un grazie al Preside, al Sindaco, a S. E mons Vescovo, a Ernesto che si è prodigato con gli alunni nella realizzazione di questa splendida aiuola, ma soprattutto ai genitori che hanno risposto al nostro invito e pur con la sofferenza nel cuore sono tra noi oggi. Prof.ssa Frediana Fecchio

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