Non si placa la polemica relativa alle ordinanze antismog emesse ultimamente dal sindaco Alessandro Ferro. Il consigliere comunale leghista Marco Dolfin ha chiesto la convocazione di una commissione consiliare per verificare la praticabilità di soluzioni diverse: «Intanto non ci sono cartelli informativi, nè divieti di circolazione in tutto il territorio. Questo fa ridere e lascia assai perplessi: l'ordinanza non è applicabile in termini sanzionatori, senza cartelli». Dolfin, contattato da tanti cittadini in questi giorni per avere lumi sull'applicazione dell'ordinanza, sviscera i motivi della protesta: «Il sindaco Ferro ha fatto copia e incolla della delibera di qualche altro Comune, senza tenere in considerazione alcuni aspetti fondamentali e dimostrando scarsa considerazione e conoscenza delle caratteristiche del territorio.
Lo ha fatto da un giorno all'altro, senza una informazione dettagliata e tempestiva, senza dare delle alternative: non sono certo stati rafforzati i servizi bus, nè applicati sconti sugli stessi, nè attrezzati i parcheggi, nè introdotti ecoincentivi alla rottamazione dei veicoli inquinanti o all'acquisto di mezzi alternativi. Lo so che è una direttiva nazionale, e che tutta l'area interessata ha aderito per la salute pubblica, ma ogni Comune decide come istituirla. Chioggia è stata repressiva e totalizzante nell'intero territorio, altrove invece ci sono zone cuscinetto e zone a traffico limitato. Comuni come Scorzè o Mirano hanno rivisto le proprie ordinanze iniziali, a Chioggia invece un cittadino delle frazioni in possesso di una vettura classificata Euro 1, 2, 3 dovrebbe spingerla fino alla Romea (non soggetta all'ordinanza), salirci e guidarla fino all'entrata nella strada comunale, per poi scendere e spingerla al primo parcheggio utile. Ma può essere normale tutto ciò? Non tutti hanno la possibilità di cambiare auto o avere altri veicoli meno inquinanti. Così si mina il diritto alla mobilità personale dei cittadini», conclude l'esponente dell'opposizione.
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