L'impianto a biogas di Revoltante |
«L'istanza»
prevedeva che l'impianto attualmente esistente e che produce meno di
un megawatt di energia elettrica da biogas mediante la digestione
anaerobica di biomasse di origine agricola (in sostanza entrano
scarti di lavorazione agricola o piante appositamente coltivate allo
scopo, esce energia elettrica), venisse trasformato in un impianto
che utilizza la frazione umida dei rifiuti solidi urbani per generare
biogas e, quindi, energia elettrica.
Sono
sostanzialmente due le contestazioni che vengono mosse dagli uffici
regionali alla società: che la gestione dei rifiuti urbani spetta,
come stabilito dalla legge regionale, all'Ambito territoriale
ottimale e ai costituendi consigli di bacino, non ai privati; che la
modifica dell'impianto richiesta, definita «non sostanziale» dalla
Martinelle energia srl, in realtà è «sostanziale» perché in
tale categoria rientrano, sempre per legge, le modifiche che
comportano l'utilizzo di un diverso «combustibile rinnovabile» per
l'alimentazione. In questo caso rifiuti umidi al posto di biomasse
vegetali.
I
tecnici regionali, comunque, invitano la Martinelle energia a far
pervenire entro dieci giorni «specifiche osservazioni eventualmente
anche corredate da documentazione a supporto dell'istanza in oggetto
che consentano di rivalutare gli elementi e le informazioni
inizialmente prodotti».
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In
altre parole la società ha ancora una possibilità di far valere le
sue ragioni ma sembra difficile che possa riuscirci, dato che le
contestazioni degli uffici regionali colpiscono alla base il
progetto, smontandone i presupposti essenziali.
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