mercoledì 12 agosto 2015
CAVARZERE: IL MISTERO DELLA CASA PER I PROFUGHI
Il mistero della casa per i profughi. Potrebbe essere il titolo di un romanzo sugli arcani risvolti della globalizzazione, invece è la vicenda che, da un paio di giorni, sta agitando le placide acque in cui naviga abitualmente l’amministrazione comunale. Andiamo con ordine. Il ese scorso la Prefettura ha pubblicato un bando per la ricerca di alloggi da destinare l’accoglienze dei profughi che, sempre più numerosi, arrivano in Italia e, quindi, anche in Veneto. Il bando era rivolto a cooperative sociali, ma anche a privati, albergatori o proprietari di immobili, che potessero mettere a disposizione delle strutture ricettive o abitative. Ne è uscita una graduatoria, pubblicata di recente, con la disponibilità complessiva di 700 posti in tutta la provincia. Sei di questi posti si trovano in un appartamento, appena fuori dal centro urbano, in una zona residenziale, e sono stati proposti dalla cooperativa Ecofficina Educational, con sede a Battaglia Terme. Secondo logica il proprietario dell’appartamento aveva, in qualche modo, “ceduto” (venduto, affittato, prestato, regalato?) l’abitazione alla cooperativa, la quale l’aveva, a sua volta, inserita nell’offerta presentata alla Prefettura. Fosse così, tutto regolare. Ma il problema è che quando i vigili urbani sono andati a verificare le condizioni del’appartamento in questione (igienico sanitarie, abitabilità, ecc.) e hanno rintracciato il proprietario, quest’ultimo ha detto chiaro e tondo che lui non ha mai pensato di “cedere” l’abitazione per questo o altri scopi, dal momento che ci abita e ci vuole restare. Cos’è accaduto, quindi?
La spiegazione più semplice è l’errore nella graduatoria del bando, ovvero l’indicazione di una via o di un civico sbagliato (3, invece di 13 o 30, ad esempio). In ogni caso, quello che sembra certo è l’arrivo di quei sei profughi, non per imposizione di chissà quale autorità governativa, ma per la libera disponibilità di un privato.
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