domenica 30 agosto 2015
PROFUGHI A CONETTA: IL CONFINE TRA ACCOGLIENZA E PROTESTA
Palloncini invece del corteo, ma il messaggio era lo stesso: “Basta profughi a Cona” era scritto sugli striscioni che avrebbero dovuto sfilare lungo la strada dalla piazza di Conetta, all’altezza della ex base militare, ed era scritto sui palloncini lanciati in cielo alla fine della manifestazione.
Una manifestazione, organizzata dal Gruppo Spontaneo di Cona, sabato sera, che ha visto la partecipazione di circa 300 persone, anche se non tutti provenivano dal comune veneziano. Le magliette, infatti, identificavano chiaramente, con la scritta “Bagnoli dice no” e “Agna dice no” anche chi veniva dal confinante territorio padovano. Nutrita anche la presenza di forze dell’ordine, polizia e carabinieri, che dovevano garantire il rispetto della disposizione della questura che aveva vietato il corteo.
Gli organizzatori, quindi, pur avendo sempre ostenuto l’idea di una “passeggiata pacifica”, hanno deciso di tenere un discorso in piazza, ribadendo le ragioni della loro richiesta di fermare l’invio di profughi alla base di Conetta. In particolare è stato evidenziato che la promessa del Prefetto, di diminuire progressivamente il numero degli ospiti di Conetta, è stata completamente disattesa, dato che i profughi sono, al contrario, aumentati. E qusto comporta problemi di convivenza con la popolazione locale, sospetti e paure circa la situazione sanitaria dentro e fuori la base.
Ma gli esponenti del Gruppo Spontaeo hanno anche ribadito il loro NO al razzismo, dando risalto alle difficili condizioni di vita dei profughi nei Paesi d’origine e alla necessità di assicurare loro un trattamento umano che verrebbe vanificato proprio dal sovraffollamento della base. Accoglienza sì, ma nei limiti delle possibilità, limiti che sarebbero già stati superati.
Ma i toni di questo discorso non sono piaciuti a una parte degli spettatori che hanno accusato il Gruppo Spontaneo di farsi prendere in giro dalle autorità. Una polemica accesa, scivolata anche in insulti veri e propri, che si è placata grazie all’intervento del sindaco di Cona e di altre persone (anche il consigliere comunale cavarzerano Renato Belloni) che hanno invocato calma, unità e rispetto di tutti verso tutti.
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Questo che stiamo vivendo è un periodo neo fascista.- Se a sfilare sono Blek BloK con i centri sociali che sfasciano vetrine, incendiano cassonetti, prendono a sassate gli agenti dell’ordine, tutto bene.- Ma se vogliono sfilare pacifici cittadini per rendere manifesta la loro contrarietà all’imposizione dei Prefetti e del Governo di alloggiare clandestini attigui alle loro abitazioni, allora le autorità fanno il muso feroce e dicono “NIET” !!!
RispondiEliminaEppure anche il cardinal Biffi, nel 2000 alla Fondazione Migrantes, considerò che c' è un colossale problema di integrazione rappresentato dall' immigrazione islamica. E quando spiegò che - stante il principio dell' ospitalità - «non se ne può dedurre - se si vuol essere davvero "laici" - che una nazione non abbia il diritto di gestire e regolare l' afflusso di gente che vuol entrare a ogni costo. Tanto meno se ne può dedurre che abbia il dovere di aprire indiscriminatamente le proprie frontiere».
Si afferma (soprattutto la chiesa di Papa Bergoglio) che ci sono masse di persone che, per fame, hanno il diritto assoluto e indiscriminato di emigrare nei nostri Paesi. Ma se l' attuale flusso migratorio fosse davvero scatenato dalla fame si dovrebbe affrontare lì il dramma del cibo non costringere gli affamati anche a sradicarsi e mettersi nelle mani dei mercanti di morte. Ma il cibo è solo un pretesto !! (boscolo)