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mercoledì 18 gennaio 2017

A CAVARZERE CONVEGNO SUL PIEDE DIABETICO

Piede Diabetico: problema da affrontare tra diabetologo e medico di medicina generale A Cavarzere un convegno su monitoraggio e prevenzione per l’area sud della provincia di Venezia Tra le complicanze più diffuse nel paziente diabetico, c’è il piede diabetico. Nel Distretto di Chioggia si contano circa 3000 diabetici, di questi si calcola che circa il 15% potrebbe avere, nella sua vita, una lesione al piede che, in casi estremi, potrebbe esitare in un qualche grado di amputazione degli arti inferiore. Dati dell’Osservatorio di S. Anna di Pisa (Sistema di valutazione della performance dei sistemi sanitari regionali) mostravano che la ex ULSS 14 presentava un tasso di amputazioni maggiori pari al 78.40/milioni di abitanti rispetto alla mediana delle ULSS italiane di 66.44/mil e terza tra le ulss del Veneto. Per invertire la rotta è in programma un convegno di sensibilizzazione sul diabete e su una delle complicanze più diffuse e invalidanti, il cosiddetto piede diabetico. Venerdì 20 gennaio, dalle 15.50, all’hotel Momi’s di Cavarzere (via Piave 10), l’Associazione Medici Diabetologi e l’Ulss 3 Serenissima organizzano l’incontro “Il piede diabetico tra ospedale e territorio”.
«Tra le complicanze più temibili – spiega Andrea Nogara, responsabile del Centro Antidiabetico dell’Ospedale di Chioggia - vi è senza dubbio la patologia neurovascolare che coinvolge gli arti inferiori e che determina un rischio elevato di lesioni ulcerative dei piedi e conseguente aumento delle amputazioni. Nel nostro territorio, nel periodo 2011-2013, si sono registrate prevalenze di amputazioni maggiori degli arti inferiori, causate della malattia diabetica, tra le più elevate del Veneto. Questi eventi determinano una crescita della mortalità della popolazione diabetica, un peggioramento della qualità di vita e un aggravio di spesa per il SSN e Regionale. Durante il convegno cercheremo di evidenziare i vari momenti dell’assistenza e della prevenzione del piede diabetico puntualizzando il chi fa, che cosa, delineando i percorsi diagnostico-terapeutici: a partire dai medici di medicina generale, che monitorano i pazienti e - se si accorgono di piccole lesioni – li inviano al centro Diabetologico di Chioggia, fino ai casi più gravi, quando è lo stesso ospedale a indirizzare i pazienti nei centri di cosiddetto terzo livello».
La platea di persone coinvolte è molto ampia: ci sono già 3000 pazienti diabetici seguiti oggi dal Distretto di Chioggia, ma potenzialmente ci sono almeno altre 1500 persone malate che non sa di esserlo «Questo perché – conferma Angelo Boscolo Bariga, primario del reparto di Medicina dell’Ospedale di Chioggia – il diabete è una malattia silente, non dà subito segnali della sua presenza e, quando li dà, significa che si è già fatta strada nel nostro organismo. Emerge l’importanza di un approccio allargato al fine di favorire la prevenzione del diabete e delle sue complicanze». «È molto importante il coinvolgimento dei medici di medicina generale e il sostegno scientifico e organizzativo fornito dalle associazioni dei medici diabetologi del Veneto e del Trentino», commenta il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben. «Come emerge dalla casistica, si tratta di una patologia purtroppo molto frequente nel nostro territorio. Occorre dunque uno sforzo supplementare per diffondere l’abitudine al monitoraggio e alla prevenzione: in molti casi si può fornire ai pazienti la possibilità di mantenere un livello della qualità della vita soddisfacente».

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