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domenica 12 novembre 2017

IL PARCO DEL VILLAGGIO BUSONERA INTITOLATO ALLE VITTIME DELL'ATTENTATO DI NASSIRIYA

Domenica mattina al parco. Ma era un occasione speciale: quello del Villaggio Busonera è stato intitolato alle vittime del massacro di Nassiriya, nella ricorrenza del 14esimo anniversario dall'attentato che ha ucciso 28 persone, di cui 19 italiani (12 carabinieri, 5 soldati dell'esercito, due civili): in un luogo che già nell'intestazione reca il ricordo di un giusto dei popoli, il medico partigiano Flavio Busonera, si aggiunge l'apposizione specifica a coloro che sono caduti nel dispiegamento di una missione internazionale di peace keeping durante le ultime fasi della guerra in Iraq. Il sindaco Henri Tommasi ha tenuto il discorso d'intitolazione, alla presenza delle autorità militari -tra cui il comandante dei carabinieri di Chioggia, Francesco Barone- nonché delle associazioni d'arma cavarzerane e territoriali, i "consiglieri comunali dei ragazzi" coi loro docenti, la protezione civile oltre ai rappresentanti dell'esercito, dei vigili del fuoco, della polizia locale e naturalmente dei carabinieri.
«La città di Cavarzere -ha motivato Tommasi- partendo da un’idea delle associazioni d’arma locali subito recepita e fatta propria dall’amministrazione comunale, ha deciso di ricordare il sacrificio per la pace e per la libertà dei caduti in quel tragico evento, intitolando ad essi questo parco. Ma con loro vogliamo qui ricordare tutti i caduti italiani durante missioni di pace». Continua il sindaco: «Doveroso è infatti tener viva la memoria di quanti hanno dato la propria vita per la difesa della pace in una terra lontana, per difendere la libertà di un altro popolo. Questo perché sono diritti insopprimibili di ogni uomo e chi difende la libertà difende la dignità dell’essere umano a prescindere dalla collocazione geografica o dal popolo di appartenenza». Tommasi conclude citando il commediografo romano Terenzio: «“Sono un uomo, e niente di umano mi è estraneo”. È indice di grande valore combattere per la difesa di sé, della propria terra, del proprio popolo. Ma combattere, senza se e senza ma e fino alle estreme conseguenze per la difesa, la libertà e la dignità di ogni uomo, di ogni popolo, di ogni terra, anche là dove almeno apparentemente non vi è un interesse immediato, è prova di vero eroismo. Questa è la grandezza dei militari di Nassiriya e per questo vanno ricordati».

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