Durante il consiglio comunale di venerdì 27 settembre il consigliere Emanuele Pasquali ha presentato un'interrogazione urgente riguardante il finanziamento regionale relativo di 5 milioni di euro per i progetti di lavoro di pubblica utilità e cittadinanza attiva per l’anno 2019. L’iniziativa si rivolge a disoccupati di lunga durata, non percettori di ammortizzatori sociali, sprovvisti di trattamento pensionistico, e a disoccupati svantaggiati e a rischio di esclusione sociale e povertà, residenti o domiciliati in Veneto, con più di 30 anni di età. Il bando prevede l’erogazione di una misura di politica attiva del lavoro, composta da un’esperienza di lavoro di pubblica utilità e da un insieme di servizi di orientamento e di accompagnamento, così da assicurare un sostegno a persone particolarmente bisognose attraverso l’esperienza lavorativa, e dall’altro generare un intervento capace di mantenere attivi nel mercato del lavoro individui che attualmente ne sono esclusi, favorendone la rioccupazione.
«I dati emersi dalle prime analisi del reddito di cittadinanza - puntualizza il consigliere Pasquali - che pongono il Comune di Cavarzere al 13° posto della classifica regionale per la percentuale di percettori della misura sociale in rapporto al numero di abitanti, dovevano essere un campanello d'allarme chiaro e significativo della difficoltà di trovare un'occupazione per i soggetti sopra i 30 anni nel territorio cavarzerano. La misura della Regione Veneto era stata studiata proprio per garantire ai disoccupati di avere un corso di orientamento e un lavoro retribuito nel comune di residenza, garantendo il il co-finanziamento del 25% (pari a 1750 euro a persona) per un anno. Al Comune di Cavarzere era stato offerto di assumere 5 operai, di età superiore a 30 anni, che già abitualmente percepiscono un sussidio mensile dai Servizi Sociali, e la Regione avrebbe finanziato il restante 75% (circa 5mila euro) del costo del lavoro per ciascun operaio. Ma la risposta del sindaco Tommasi mi ha lasciato incredulo e molto amareggiato: "Non abbiamo presentato niente"».
Sbotta l'esponente dell'opposizione: «Inspiegabilmente il Comune di Cavarzere, per il secondo anno consecutivo, non ha presentato alcuna domanda! I 25mila euro non arriveranno nelle casse del Comune, e cinque persone non saranno coinvolte nel progetto di recupero lavorativo. Ancora una volta perdiamo l'ennesima occasione di avere operai formati, sotto la diretta responsabilità del Comune e non volontari delle associazioni, che percepiscono rimborsi economici da fame e che sono mandati allo sbando dal Comune attraverso un sistema di volontariato che approfitta di queste persone vulnerabili».
Chiede il consigliere di minoranza: «Perché si preferisce dare sussidi sottoforma di contributi economici, e non orientare le persone verso progetti lavorativi seri e qualificanti? Avremmo potuto avere degli operai per la pulizia dell'erba infestante in centro e nelle frazioni. Per non parlare della possibilità di dipingere le aule delle scuole o eseguire le potature degli alberi che ostruiscono i marciapiedi, cioè eseguire quei lavori che da sempre la cittadinanza chiede al Comune. Ho già dichiarato durante la seduta del consiglio comunale di non ritenermi soddisfatto della risposta, ma ciò che più mi amareggia - conclude Emanuele Pasquali - è l'atteggiamento di rassegnazione del sindaco e della maggioranza del Partito Democratico. Un'altra possibilità cui ai cittadini non sarà permesso di accedere: il riscatto sociale passa attraverso il lavoro e il senso civico, elementi che a Cavazrere abbiamo perso».
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