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domenica 4 novembre 2018

A CENT'ANNI DALLA FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, IL DISCORSO DEL SINDACO ALLA CERIMONIA DI STAMANE

Anche Cavarzere stamane ha reso omaggio al centenario dalla conclusione della Prima Guerra Mondiale, nel quadro delle celebrazioni annuali per il 4 novembre, Giornata delle Forze Armate. Il corteo da piazza del Donatore e poi lungo le strade del paese dall'alzabandiera in via Roma ha contrappuntato il discorso del sindaco Henri Tommasi, assieme alla banda e alla corona d'alloro alla lapide che ricorda i caduti: nel ringraziare le associazioni d'arma, la Protezione Civile e tutte le Forze presenti, il primo cittadino ha enunciato come «quest’anno la giornata assume, se possibile, un significato ancora maggiore. La Grande Guerra è stata un evento epocale che ha segnato la vita della nazione ma anche di tante famiglie cavarzerane. È doveroso ricordare ad un secolo di distanza quegli eventi e gli uomini che ne furono protagonisti. La Grande Guerra è stata un evento epocale per tutti gli italiani. Le iniziative culturali che abbiamo programmato in questi giorni accanto alle cerimonie istituzionali hanno lo scopo di far riscoprire questa parte così significativa della storia e delle radici dell'Italia di oggi.
Come ogni anno ci troviamo qui, davanti a questa lapide che reca i nomi di tutti i soldati cavarzerani caduti nella Grande Guerra. Nella vita di tutti i giorni magari passiamo spesso e distrattamente per di qua, ma oggi vogliamo fermarci e fare silenzio, per un doveroso omaggio ai caduti. Con un colpo d’occhio possiamo vedere quanto è stato grande il sacrificio compiuto dalla nostra comunità a beneficio dell’Italia. Cento anni fa non ci fu praticamente famiglia che non pianse un congiunto. Quella lapide reca i nomi di tanti soldati, giovani e meno giovani, ragazzi del ’99 e padri di famiglia, contadini, operai ed impiegati, poveri e benestanti, istruiti ed analfabeti; uniti dal tragico destino per una morte prematura ma anche dall’eroico sacrificio. Dietro quei nomi possiamo ritrovare la storia dei cavarzerani, l’anima della città. Quella lapide ricorda quanto dolore e quanto sacrificio sia costata ai progenitori l’Italia unita e libera, e fa capire quanto sia prezioso questo dono di cui godiamo. Ma insegna anche che solo con lo sforzo comune di tutti, con l’impegno in prima persona generoso e disinteressato una nazione può crescere. Sia questa, dunque, la lezione di questa ricorrenza, che vuole essere non solo rievocazione storica ma anche e soprattutto un vigoroso appello alla coscienza civica di ciascuno».

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