Il sindaco di Cavarzere Henri Tommasi interviene sulla polemica che negli ultimi giorni le opposizioni hanno imbastito riguardo la manutenzione di immobili ATER e gli incarichi legali del Comune. «Non è mia consuetudine rispondere agli innumerevoli, peraltro inutili, attacchi fatti dalla minoranza con volantini o articoli sui giornali - dice Tommasi - in quanto ritengo che la replica migliore siano i fatti. In questa particolare circostanza, non voglio replicare alla minoranza, ma semplicemente rendere noti dei fatti che sono stati tanto criticati da parte della minoranza e sollevati all’opinione pubblica senza una effettiva cognizione di causa». Il sindaco si riferisce a due sentenze che chiudono due processi: nel primo, il Tribunale di Venezia, con la sentenza n° 54 dello scorso mercoledì 9 gennaio, ha totalmente respinto la causa intentata dall’ATER di Venezia contro il Comune di Cavarzere nel 2014 e consistente nella richiesta di pagamento dell’importo di 635mila euro per asseriti interventi di manutenzione straordinaria effettuati dal 1995 al 2002 su una serie di immobili appartenenti all’edilizia residenziale pubblica. L’ATER sosteneva che questi interventi (nel cui importo venivano comprese anche spese tecniche pari al 18% del costo dei lavori) sarebbero andati a beneficio del Comune, che addirittura si sarebbe “arricchito” grazie ad essi, per di più dopo avere ricevuto il trasferimento degli appartamenti dallo Stato a titolo gratuito. Il Tribunale ha sostenuto che l’ATER, al contrario, è tenuta per legge e per proprio compito istituzionale alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli alloggi di edilizia residenziale pubblica per cui non può pretendere alcun rimborso per queste spese, anche perché non esiste alcuna norma di legge che preveda un diritto dell’ATER ad avere dai Comuni queste somme, né esiste alcun atto scritto che preveda rimborsi o simili. Il Comune sin dall’inizio della causa aveva sostenuto queste tesi, che sono state accolte pienamente. La discussione in giudizio per conto del Comune è stata sostenuta dall’avvocato Massimo Carlin. L’amministrazione è soddisfatta dell’esito e confida che, per il futuro, i rapporti con l’ATER si svolgano proficuamente nelle sedi istituzionali e non nelle aule del Tribunale.
Inoltre, la Corte d’Appello di Venezia, con la sentenza n° 8 del 2 gennaio di quest'anno, accogliendo tutte le difese del Comune sostenute dagli avvocati Nicola Guggia e Massimo Carlin, ha respinto ancora una volta la causa intentata dall’ex sindaco Pierluigi Parisotto e dall’avvocato Paolo Pavarin di Rovigo, finalizzata a porre a carico del Comune stesso le spese legali per le prestazioni di questo avvocato, che era stato nominato -in modi contrari alla legge- da Parisotto quando era sindaco. Egli infatti aveva conferito, negli anni 2001 e 2002, all’avvocato Pavarin numerosi incarichi di assistenza legale al Comune per questioni non giudiziali e concernenti il disbrigo degli ordinari affari del Comune, ai quali potevano certamente adempiere i dirigenti, i funzionari ed il segretario comunale, senza provocare spese per incarichi esterni. Parisotto e l’avvocato Pavarin avevano già perso la causa in primo grado con sentenza del Tribunale di Padova n° 598 del 16 febbraio 2016 che li aveva anche condannati alle spese, ma hanno voluto fare appello verso quella sentenza, ricevendo esito negativo anche in secondo grado, ancora una volta con condanna alle spese. La Corte d’Appello di Venezia ha, significativamente, affermato: “Gli adempimenti richiesti dall’avvocato Pavarin, infatti, ben potevano essere svolti dagli organi interni del Comune di Cavarzere, talché -difettando il requisito della straordinarietà- il ricorso a una consulenza esterna non era consentito e l’incarico affidato al citato Pavarin era da ritenersi illecito, trattandosi di attività che poteva e doveva essere svolta dal personale di servizio nella Pubblica Amministrazione in esame, ovvero il Comune di Cavarzere”. L’amministrazione confida che, «a questo punto, cessi il contenzioso su questa pagina triste per il Comune. La chiusura di questi due processi - conclude Tommasi - significa forse che non siamo in grado di amministrare? Che non siamo in grado di nominare gli avvocati? Che provochiamo dei danni alle casse del Comune di Cavarzere, come ha sostenuto la minoranza? Che la minoranza continui pure a scrivere e a ritagliarsi i suoi piccoli spazi nei giornali: la nostra linea rimarrà sempre la stessa, concreta e basata sui fatti. Resta all’opinione pubblica trarre le debite conclusioni».
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