I carabinieri della compagnia di Chioggia hanno posto sotto sequestro l'area interessata ieri mattina dall'incendio nella ex base militare di Conetta, adibita a centro di accoglienza per richiedenti asilo. Intanto le fiamme hanno fatto divampare anche la polemica politica: al sindaco di Cona Alberto Panfilio, che da mesi chiede a gran voce la chiusura della base, si unisce la consigliera cavarzerana di Liberi e Uguali Elisa Fabian. «Per fortuna non c’è nessun ferito, nessuna persona è stata coinvolta nell’incidente che poteva avere conseguenze ben più gravi. Chiunque abbia avuto la possibilità di visitare Conetta si è reso conto che così non si possono trattare le persone. Né i cittadini possono subire una tale decisione senza essere arrabbiati e intimoriti. Mi chiedo: ma cosa deve accadere per dare seguito alla definitiva chiusura?», dice la capogruppo in Comune di Cavarzere.
Attualmente, sostiene Fabian non si profila nemmeno l'ombra di una reale volontà di chiusura dei centri di Cona e Bagnoli: «Ormai non si contano più i proclami del ministro dell'Interno Salvini che dice una cosa e poi in realtà ne fa un'altra. In Regione governa la Lega, a Roma governa la Lega, e ancora nessun atto ufficiale per chiudere queste realtà. Come mai? Ora non ci sono più scusanti per non attuare una chiusura definitiva. Basterebbe così poco come dichiarato in campagna elettorale dalla Lega e dai suoi esponenti. Ma anzi, con il decreto Salvini di pochi giorni fa si è dato seguito a rendere ancora più lontana la possibilità di chiudere i grossi centri. Il decreto sicurezza anzi restringe il sistema SPRAR (3 profughi per 1000 abitanti) e incrementa i CARA (centinaia di profughi ammassati in un unico centro indipendentemente dagli abitanti) e non vorrei che Conetta subisse ancora questa situazione, con buona pace dei cittadini di Cona, che si trovano loro malgrado coinvolti in una situazione insostenibile, di completo abbandono a loro stessi».
Secondo l'esponente della ainistra, «demolire la soluzione e alimentare il problema pare la via intrapresa da questo governo. Oggi assistiamo all'ennesima prova di chi dice "prima gli italiani", mentre in realtà dovrebbero dire "prima gli interessi del proprio partito”». Conclude Fabian: «"Le risorse", come le definisce in maniera dispregiativa qualche militante leghista, sono in realtà la linfa alla loro propaganda elettorale. Dei cittadini e delle loro insicurezze a loro non importa. Continua ad uscire del fumo dal centro di Conetta e la situazione più volte denunciata di carenza igienica sanitaria e di inadeguatezza nella gestione del campo è visibile anche da km di distanza, ma forse in Regione Veneto a Zaia, e a Roma al ministro Salvini non arriva nemmeno quello. O forse troveranno il modo di vendere quel fumo, come sono abituati a fare ormai da anni».
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