Sono già fuoriusciti dal territorio comunale di Cavarzere i migranti positivi al Coronavirus e in stato di isolamento, che nelle scorse ore erano transitati provenendo dalla Croce Rossa di Jesolo, dove si era sviluppato il focolaio più recente. Poco prima delle ore 15 di oggi un pullman ha caricato le circa otto persone e le ha traslocate altrove, fuori città: il Prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto ha così esaudito la pressante richiesta del sindaco Henri Tommasi, il quale aveva usato toni duri per commentare l'arrivo dei pazienti a sua insaputa.
«Siamo rimasti allibiti e sconcertati - commenta il primo cittadino - di fronte al comportamento della Prefettura che ha deciso, senza interpellare l'amministrazione, di trasferire nottetempo nel territorio comunale un gruppo di richiedenti asilo ai quali è stato prescritto un periodo di quarantena. Solo stamattina, dopo una notte di tentativi, la Prefettura di Venezia si è degnata di risponderci. Il Prefetto, estremamente imbarazzato, aveva promesso che sarebbe stata cercata al più presto una collocazione alternativa».
Lo stabile che avrebbe ospitato le persone positive non è di proprietà del Comune, bensì nella disponibilità di privati che hanno dato il proprio assenso all'affitto preventivo. «Il comportamento della Prefettura - conclude Tommasi - è stato irrispettoso, avrebbero per lo meno dovuto informarci prima. Non è questo il modo di rapportarsi tra istituzioni, soprattutto in un momento così delicato».
Anche la politica si era mobilitata: Erika Baldin, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, trova siano stati usati «due pesi e due misure tra il paventato danno d'immagine per la balneare Jesolo e la polvere nascosta sotto il tappeto di Cavarzere. Se ad ammalarsi fossero stati ricchi stranieri nelle loro suite, ci sarebbe stata una simile levata di scudi? Avrebbero mandato pure loro in quarantena a Cavarzere? Solidarietà al sindaco Tommasi: il problema delle strutture di accoglienza è di come funzionano e di come vengono controllate, non di dove siano ubicate. Voglio ancora sperarlo».
Il consigliere comunale di Chioggia Marco Dolfin trova «assurda, folle, vergognosa» la scelta iniziale della Prefettura: secondo l'esponente leghista «oggi Cavarzere, domani può essere Cona oppure Chioggia, ma il sud della provincia non è il ricettacolo per ricollocare migranti infetti. Occorre tutelare la salute pubblica prima di tutto, senza trattare a pesci in faccia intere comunità. Chi se ne sarebbe giovato? I soliti noti delle cooperative e associazioni che con il business dell'accoglienza fanno cassa, aumentando pure i costi di gestione a causa del virus. Non lasciamo comunque soli gli amici di Cavarzere, questo problema riguarda tutti: la gestione dei migranti positivi è stata ed è del tutto fallimentare».
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