Pier Luigi Parisotto, ex sindaco e ora consigliere di minoranza al Comune di Cavarzere, torna a riferire della situazione politico-amministrativa in città. «È ora e tempo che i dirigenti di Sinistra italiana dichiarino all’opinione pubblica se intendono lasciare Cavarzere vittima di questa lenta agonia, o se avranno il coraggio di prendersi la responsabilità coi propri consiglieri eletti nella maggioranza guidata dal sindaco Tommasi, che quotidianamente criticano». Il capogruppo della lista Tricolore continua a stuzzicare il circolo comunale di Sinistra Italiana, prodigo di attacchi nei confronti del sindaco Henri Tommasi e della sua giunta, ma di fatto diviso dai tre consiglieri (Lorenzo Baracco, Lisa Armarolli e Heidi Crocco) che li dovrebbe rappresentare in maggioranza: «All’inizio del mandato nel 2016 - ricorda Parisotto - Sinistra Italiana accusò pubblicamente il sindaco Tommasi di "falsa partenza per i costi in più" dovuti alla nomina dell’assessora all’urbanistica e all’ambiente, scelta esternamente ai consiglieri comunali eletti, ovvero l'ex dipendente del Comune Catia Paparella, pressoché inesistente sul piano operativo. L’urbanistica in questi tre anni ha quasi azzerato i dipendenti e lei non ha mai parlato di assunzioni, mentre il servizio di raccolta dei rifiuti è rimasto sempre lo stesso da 8 anni, con aumenti costanti della tariffa nonostante una popolazione notevolmente diminuita e la percentuale di raccolta differenziata aumentata». L'esponente dell'opposizione ne ha anche per la mancata fusione con Cona: «È l’unico treno che si sarebbe potuto prendere per rilanciare il paese, ed è stato volutamente perso.
Dal gennaio 2018 tutte le associazioni professionali di entrambi i Comuni, unitamente alla Camera di Commercio, avevano pubblicamente sposato il progetto valutandolo dal basso in maniera pragmatica e realistica, coinvolgendo da subito entrambi i sindaci, come tutti sanno, fino ad arrivare a confezionare uno studio approfondito di analisi dei vantaggi che questa fusione avrebbe potuto portare al futuro Comune. Ma tutti sappiamo com’è andata la questione, per il momento parcheggiata su un binario morto dal sindaco Tommasi e dal suo stratega, l’assessore al bilancio Andrea Orlandin, con il tacito consenso di tutta la maggioranza, compresi i consiglieri Elisa Fabian e Francesco Viola, "sedotti e abbandonati" da Orlandin. E tutto per non correre il pericolo di perdere anticipatamente la "carèga". A sancirlo il consiglio dello scorso anno, quando fu respinto un ordine del giorno della minoranza e non si riuscì a votare quello della maggioranza per mancanza dei numeri. Una strategia del menefreghismo per far piombare tutto nel dimenticatoio, come dimostra il fatto che non vi sia traccia di alcun progetto di fusione nel Documento Unico di Programmazione 2020-22 presentato da Orlandin stesso».
Parisotto, sempre parlando dell’operato di Orlandin, ricorda tre operazioni dell’assessore che giudica «quantomeno inopportune se non vietate dalla legge»: la prima è la variante al Piano Regolatore. «Quando vuole, Orlandin sa come si fa a votare a favore di una delibera in consiglio. La variante è stata votata anche se sapeva benissimo di avere alcuni parenti stretti che ne avrebbero beneficiato, cosa vietata dalla legge. O quando impose alla giunta di utilizzare i 270mila euro avanzati dal progetto della pista ciclabile di via Regina Margherita su via Mazzini, verso casa sua, anziché far proseguire la pista verso il centro storico. E per ultimo, da buon sportivo -alla faccia del sedentario collega allo sport Paolo Fontolan- ha fatto installare l’attrezzatura ginnica nell’area verde di fronte al supermercato Alì, per la modica somma di 6mila euro, mentre si specula sullo sfalcio e sulla manutenzione del verde, con le strade che rimangono un groviera e i servizi sociali che arrancano». Parisotto conclude i propri amari strali rivolgendoli proprio a Fontolan: «Proprio l’assessore allo Sport, alla Cultura e all’Istruzione investe la quasi totalità del suo bilancio, oltre a far strike tra gli sponsor privati, per canti e concerti, quando invece potrebbe spenderli per le scuole. Si veda anche il problema della materna di via Dante Alighieri, noto da anni».
Opposizione, si dice OPPOSIZIONE, non minoranza, la parola minoranza indicante l'opposizione è stata adottata dal berlusconismo cialtrone dei primi anni '90 utilizzando terminologie di marketing, non propriamente adeguate alla politica.
RispondiElimina